Il termine emospermia indica una condizione caratterizzata dalla presenza di sangue nello sperma, verificatasi durante o immediatamente dopo l’eiaculazione, spesse volte dolorosa. 

Non sempre la presenza di sangue nello sperma viene descritta nello stesso modo; in alcuni casi per esempio, si notano chiaramente tracce di sangue vivo (chiazze più o meno estese o striature), di un colore rosso acceso, che ben risaltano nel colore avorio opalescente dello sperma; in altre occasioni, invece, il soggetto riferisce di macchie ematiche di colore decisamente più scuro, tendenti al marrone; in quest’ultimo caso è molto probabile che si tratti di residui di sangue che si sono accumulati precedentemente nella prostata o nelle vescichette seminali e che hanno modificato colore in seguito a processi ossidativi. In linea teorica la sede del sanguinamento può essere in qualunque tratto delle vie spermatiche, dal testicolo al meato uretrale esterno. In pratica le zone più frequentemente interessate sono rappresentate dalla prostata e dalle vescichette seminali. Molti sono i pazienti che, almeno una volta nel corso della vita, hanno osservato tracce di sangue nello sperma: il più delle volte, il target della condizione apparentemente patologica sono i giovani, in particolare quelli con una vita sessualmente attiva e promiscua. Per contro, anche l’astinenza sessuale prolungata potrebbe rappresentare un fattore di rischio per l’emospermia.

Oltre alle forme senza causa evidente che sono, in genere, molto frequenti e non pericolose, un numero abbastanza elevato di emospermie è causato da processi infiammatori/infettivi localizzati in un tratto qualunque delle vie spermatiche. Più frequentemente si tratta di infiammazioni a livello della prostata o delle vescichette seminali: in questi casi possono essere presenti sintomi urinari associati (come fastidi durante la minzione, frequenza e urgenza minzionale, febbre, dolore durante l’eiaculazione).  Molto più raramente si può osservare emospermia in corso di orchi-epididimiti, uretriti, in caso di condilomi uretrali, in presenza di tubercolosi urogenitale, durante infezioni da schistosoma e in corso di amiloidosi delle vescichette seminali. L’emospermia secondaria a patologie tumorali è estremamente rara, colpisce solitamente persone anziane e si presenta in modo continuo o recidivante. Si può osservare in caso di tumore prostatico avanzato, in tumori primitivi delle vescichette seminali e nei tumori del testicolo. Anche pazienti con voluminosa iperplasia prostatica benigna possono in alcuni casi osservare sangue nel liquido seminale.

Perdite ematiche nello sperma si possono verificare in presenza di anomalie anatomiche congenite e acquisite e in presenza di calcoli o calcificazioni (a livello della prostata, delle vescichette seminali o delle vie urinarie). Casi particolari e ben riconoscibili di emospermia sono rappresentati dalle forme iatrogene (ovvero causate da manovre mediche), come successivamente a biopsia prostatica, brachiterapia o dopo esami endoscopici. In alcuni casi l’emospermia può avere come concausa la presenza di una terapia anticoagulante o antiaggregante. Gli accertamenti previsti nei casi di emospermia comprendono: l’esame microscopico delle urine, la spermiocoltura, la citologia delle urine, l’emocromo e i test di coagulazione. Se si sospetta una malattia a trasmissione sessuale, è opportuno un test per la clamidia e la gonorrea. Inoltre è raccomandabile il dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA) negli uomini di età maggiore di 40 anni o in presenza di reperti anomali all’esplorazione rettale o in presenza di fattori di rischio per cancro alla prostata.

Occasionalmente può essere necessario effettuare una risonanza magnetica pelvica o una cistoscopia. La presenza di sangue nel liquido seminale è un fenomeno che preoccupa notevolmente e incute molta ansia in chi lo vive. Questo sintomo, nella maggioranza dei casi, non è causato da patologie pericolose e tende a scomparire da solo. E’ comunque importante rivolgersi all’attenzione del medico in modo che possa decidere se eseguire approfondimenti diagnostici e valutare l’indicazione ad eventuali terapie.